Il desiderio, un sentimento dominato da un impulso sfrenato di possedere ciò che appaga il proprio sentire. Un’appassionata ricerca e nello stesso tempo, l’attesa che l’oggetto del desiderio soddisfi il bisogno inespresso!
Ma qual è il sottile confine che separa un desiderio da una dipendenza?
Nelle dipendenze comportamentali sono coinvolti gli stessi circuiti neurali del piacere e del rinforzo evidenziati nelle tossicodipendenze. Il meccanismo che sta alla base è sempre lo stesso sia che si parli di cibo sia in caso di dipendenza affettiva. Ha cambiare è il mezzo attraverso il quale si raggiunge il proprio fine.
Tutto ciò che ci dà piacere può diventare motivo di dipendenza soprattutto quando ci si affida ad un modulatore esterno delle proprie emozioni, sia esso il cibo, l’alcol o lo shopping.
In tutti i casi di dipendenza, vi è l’incapacità in determinati momenti, di autoregolare le proprie emozioni in modo indipendente.
I comportamenti di dipendenza sono spesso preceduti da sentimenti di tensione, eccitazione o impulso irrefrenabile di compiere quell’azione o di assumere quella determinata sostanza.
A contraddistinguere i soggetti affetti da disturbo di dipendenza patologica è difatti, sempre l’incapacità degli stessi di mitigare il loro comportamento, nonostante questo porti nel tempo ad uno stato di malattia.
Anche nel carb craving, lo zucchero in eccesso viene assunto in seguito a precisi stati d’animo. Questo automatismo, nel tempo si tramuta in una vera e propria dipendenza nervosa da carboidrati.
Il consumo costante di zuccheri è in grado di generare nel nostro cervello dei segnali di ricompensa, simili a quelli prodotti da sostanze psicotiche.
Il sovradosaggio e l’ingestione di alimenti zuccheri stimola direttamente i meccanismi di controllo del piacere e della compensazione. Mentre assumiamo questi alimenti, aumentano i livelli di dopamina nel sangue. L’effetto che ne consegue a livello cerebrale è lo stimolo a desiderare altri zuccheri! Il rilascio di dopamina è in grado di interferire con il ritmo circadiano che regola anche l’impulso dell’appetito. Di qui il desiderio incontrollato di consumare snack, dolci e spuntini vari.
Quindi, nel meccanismo della “fame” da zuccheri non interviene solamente la sensazione di aver appetito ma dietro a questa richiesta, si nasconde un’importante componente psicologica. Secondo una ricerca pubblicata dal British Journal of Sports Medicine il consumo di zucchero raffinato indurrebbe effetti psicoattivi.
L’abuso crea assefuazione nell’organismo e il meccanismo con cui s’instaura la dipendenza da zuccheri è paragonabile, agli effetti prodotti dalla nicotina e/o cocaina.
Ancora oggi si stenta a credere, che vi possa essere un legame diretto tra il consumo di zucchero e la capacità di questa molecola di modificare il tono umorale nei soggetti depressi.
Ma di quanto zucchero necessita il nostro organismo?
Seguimi nel prossimo articolo, scoprirai in che modo la cioccolata stuzzica la tua mente!
A presto…